Santa Fiora, la peschiera del Monte Amiata

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Santa Fiora, il fascino dell’Amiata e l’incanto delle sue acque. Il suo simbolo è proprio quella peschiera che ha come sfondo l’antico borgo amiatino. È ancora da queste sorgenti che si origina l’attuale acquedotto che rifornisce tutta la zona circostante. Oggi l’area è allestita per essere meta di itinerari turistici e tuttora custodisce un prezioso allevamento di trote autoctone Macrostigma e Storioni alloctoni.

Attorno al grande specchio d’acqua e ai suoi ruscelli si può trovare refrigerio nel parco alberato, costruito nel sedicesimo secolo dagli Sforza e migliorato a metà Ottocento. Le acque delle sorgenti del Fiora arrivano anche al di fuori della Peschiera alimentando un antico lavatoio pubblico in pietra. Nel periodo estivo c’è anche la suggestiva possibilità di visitare il parco di notte, visto che la chiusura è posticipata alla mezzanotte.

Santa Fiora è un borgo del grossetano che racconta molte storie. Quelle di minatori, per esempio, rese note dai concerti del coro locale (un tempo c’era anche il sindaco a cantare!) che ha girato l’Italia assieme a Simone Cristicchi. Un monumento in paese tributa un pensiero ai tanti che a fare quel lavoraccio ci hanno lasciato la pelle. Il paese racconta storie di signori, come gli Sforza Cesarini, il cui palazzo fa bella mostra nella piazza principale. Racconta poi storie di energia che viene dalla terra, raccolta dalla centrale di Bagnore, amata e odiata allo stesso tempo, da sempre al centro di scontri tra paladini del progresso e paladini dell’ambiente.

Meta obbligata per chi passa dal Monte Amiata, anche per raggiungere le celeberrime Terme di Saturnia, ma anche per chi d’autunno è così gourmet da volersi andare a cercare un po’ di castagne buone.

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