Castelverdelli, una rocca dimenticata

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Nelle Crete Senesi tra Montalcino e San Giovanni d’Asso, mete toscane celebri per il vino Brunello (la prima) e il tartufo bianco (la seconda), c’è un castello che in pochi conoscono e quasi nessuno, persino sul web, ne parla. Tanto maestoso quanto impenetrabile, secolare ma decadente. Ti chiederesti quanto potrebbe costare e poi ti rispondi dicendo che “tanto sono cose da sceicchi”.

Stiamo parlando di Castelverdelli, rocca che si erge sulle colline di Vergelle, non lontano dalla spettacolare ferrovia del Monte Amiata tra Buonconvento e Asciano, chiusa se non per le gite del Treno Natura. L’ho scoperta soggiornando al Podere Olivello, che si trova proprio lì sotto. Incuriosito, con un gruppo di amici siamo andati a vedere cosa fosse quel mastio imponente.

Un cartello ne racconta la storia in breve: trecentesco è il palazzo signorile all’interno, costruito interamente in mattoni con base a scarpa. Fabbricati più bassi si trovano invece nel versante sud di Castelverdelli, che secondo gli storici risalirebbero al XVI secolo ma più volte rimaneggiati. Si vedono anche segni di interventi di recupero non lontanissimi nel tempo, ma mai terminati.

Sull’esterno del castello spicca lo stemma del casato dei Santoro, tra le famiglie che ha avuto possesso della rocca. All’interno non si può accedere perché gli ingressi sono sigillati per sicurezza e per tutelare la proprietà privata.

Dall’esterno è però possibile osservare un altro corpo che fa parte dello stesso castello: quello della cappellina che si trova sull’altro lato della strada. Entrando tra le frasche si nota su un fianco una lapide in latino ben conservata e, sotto, una finestra che dà sull’interno. Veramente un peccato vedere che le affrescature e gli interni sono alla mercè di freddo e intemperie, in un lento declino.

Cari signori, sappiamo che in Italia abbiamo un surplus di opere d’arte che fa invidia a mezzo mondo, e che ci sono signori che smurerebbero certe dimore come Castelverdelli per metterle in mezzo a un’oasi nel deserto. Però ogni volta che vediamo questi esempi di decadenza, ecco, un po’ male allo spirito fa. Notizia recente è la messa in vendita dell’immobile da parte degli attuali proprietari tramite un sito dedicato: come andrà a finire?

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