‘Lugano addio’. Anzi no, arrivederci…

Lugano
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Quando arrivi nel Canton Ticino, specialmente a Lugano, si fa fatica a dire “sono all’estero”. D’altronde, è la città più grande fuori dallo stato italiano dove si parla la nostra lingua. Però sei spiazzato: i cartelli stradali sono diversi, il telefono prende il roaming della Svizzera, le auto della polizia sono diverse e le targhe anche, i prezzi in giro non sono in euro… insomma, arriva un certo smarrimento. È come se, passato il confine, si piombasse in una realtà parallela fatta di un lago bellissimo, montagne sullo sfondo e un ordine in giro impressionante. A Lugano mi sono accorto cosa significhi l’aggettivo ‘svizzero’ nel senso lato che noi italiani gli diamo.

In ogni caso, questo post vi racconta di un giro per Lugano di poche ore, il tempo di conoscere la città e il suo centro. Scordatevi i parcheggi gratuiti: se non avete franchi svizzeri in tasca mettete la vostra auto al parcheggio sotterraneo del supermercato Migros di via Pretorio dove si trova spesso posto e si paga con bancomat o carta di credito. Il posto è tattico, vicino all’autostazione e a due passi dal centro storico.

Prima di girare per le strade di Lugano viene voglia però di andare verso il lago. La passeggiata è un chicco: panchine rosse romanticissime, le barche che passano, i colori che si riflettono nello specchio e i giochi d’acqua che si notano camminando verso il museo d’arte moderna LAC. Se beccate la giornata giusta sarete tentati di passarci le ore sul lungolago, salvo poi ripensare al tassametro. E allora via, torniamo verso il centro. Accanto a una chiesa la tentazione è di prendere la ripida scalinata degli Angioli e salire di fianco a una funicolare dismessa, per affacciarsi pian piano sul lago e poi anche sul resto della città bassa. Sosta su un terrazzamento a fine gradinata per riprendere fiato e fare altre foto, per poi scendere di nuovo a ritroso. A quel punto ci imbattiamo nel corso, nei suoi negozi di grandi firme per uno shopping da grandi portafogli.

Anche se con i suoi 60mila abitanti fa meno degli abitanti di Carpi, Lugano è una città molto viva, movimentata, con un sacco di iniziative sempre organizzate. Una piccola grande città, che si distingue dalla vicina Italia anche per lo stile. Sembra infatti di essere quasi in una piccola Londra: il moderno che si mischia con l’Ottocentesco e con esso crea una nuova arte, non invasiva ma ben inserita. È così per esempio che in piazza Dante Alighieri ci si sente catapultati in un centro di una capitale europea, o al massimo di Milano, in miniatura.

La piazza più grande è quella del municipio, dedicata alla Riforma, con i suoi cafè e le banche (svizzere, quelle vere) che ci si affacciano. Proseguendo il giro bisogna per forza incamminarsi e salire verso la cattedrale di Lugano, dedicata a San Lorenzo e di origine altomedievale, sebbene modificata a più riprese nei secoli. Curiosamente troverete all’interno, tra le opere pittoriche, anche un’immagine di un San Lorenzo in stile cartone animato, una trovata del locale oratorio che non direi essere consueta, però gradevole e simpatica. Per arrivare alla cattedrale si sale da piazza Ciocaro per una strada tortuosa con alcune scalette che agevolano il cammino. Passerete accanto a una torre campanaria e ai binari dell’attuale funicolare. Moderno e antico che ancora una volta si mischiano.

E come cantava Ivan Graziani, è l’ora di dire ‘Lugano addio’. Anzi no, ‘Lugano arrivederci’.

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