Civita di Bagnoregio, viaggio nella città che muore

Civita di Bagnoregio
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Niente da fare. Per questo periodo natalizio ho deciso di fornire dei consigli sicuramente già conosciuti e di cui in giro si trova molto da leggere. Ma che dire… Il fascino colpisce e attrae, quindi eccomi qua a raccontare un’esperienza fatta in uno dei borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio (Viterbo, Lazio), conosciuta anche con il nome de “La città che muore“. Si tratta di un paese che sembra uscito da una favola perché innalzato su di un crinale diviso da due vallate in cui l’erosione ha reso l’abitato solo al centro di un’innumerevole serie di calanchi. Già gli etruschi e poi i romani, che ci hanno vissuto molti secoli fa, si erano dovuti trovare ad affrontare problemi di stabilità, sia a causa dei terremoti che si sono succeduti nella Tuscia, sia per l’erosione portata avanti dai rii Torbido e Chiaro.

Oggi Civita di Bagnoregio si presenta come un paese tanto affascinante quanto fragile, dove per accedere si paga un biglietto che, si spera, serva davvero a sostenere i costi per la messa in sicurezza dell’abitato in cui, a oggi, abita una decina di persone. Si può andare solo a piedi tramite una grande passerella di cemento realizzata nel 1965: senza di quella sarebbe impossibile e il borgo sarebbe ancora fuori dal mondo. Ogni tanto salgono delle piccole macchine, tipo quelle dei campi da golf, per portare su beni e materiali destinati alle attività commerciali. Sì, perché se la popolazione è ridotta in proporzione i locali non mancano, specie ristorantini tipici e negozi per turisti. Logico, oseremmo dire. In ogni caso, la sensazione avuta è stata quella di un borgo molto visitato ma fortunatamente non ‘invaso’: vista la sua fragilità non sarebbe opportuno.

Il piccolo paese si gira in poco tempo, affascinano gli scorci, le viste sui calanchi, ma anche i giardini curati all’interno delle abitazioni. Il borgo appare ben ristrutturato, segno anche di attenzione al fenomeno turistico che lo riguarda. Molto suggestiva, anche nella sua semplicità, la piazza della Chiesa di San Donato. La Porta di Santa Maria è invece l’accesso che su ha dalla passerella di cemento. Fate caso ai due leoni che afferrano la testa di un uomo, simbolo di una rivolta degli abitanti che condussero contro i signori Monaldeschi di Orvieto.

Andare a Civita di Bagnoregio può essere una tappa per un giro più lungo nel viterbese: per esempio con alcuni amici l’ho unito a una visita al Lago di Bolsena, di cui abbiamo parlato in precedenza.
A questo punto non ci resta che augurare un buon 2019 a tutti i lettori di Girosognando.it, pronti per andare a conoscere borghi e luoghi di grande fascino.

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