“Goodbye Lenin”: a Tiraspol dove il Primo Maggio (ma non solo) è ancora sovietico

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Tiraspol

Prima domanda: per quale motivo una persona dovrebbe viaggiare in una zona del mondo in cui la Farnesina ti sconsiglia di andare? La risposta è: ci possono essere zone di pericolo vero e proprio e altre no, in cui questa raccomandazione arriva principalmente per motivi politici. Questo è il caso della Transnistria, e di conseguenza della sua capitale/capoluogo, Tiraspol. Perché utilizzo entrambe le parole? Per evidenziare i due punti di vista. La Transnistria è infatti una repubblica autoproclamata nella parte a est della Moldova, di fatto costituisce uno stato a sé stante essendo dotato di proprie forze di polizia, istituzioni, targhe, moneta, eccetera. Non è così ovviamente per la Repubblica di Moldova, la quale rivendica il proprio controllo sull’area. Dal 1990 è una questione geopolitica irrisolta e, per chi vuole approfondire, rimando all’articolo che ho pubblicato sull’Atlante delle Guerre e dei Conflitti lo scorso anno.

Tiraspol da turista

Essendo un blog di viaggi mi soffermerò volentieri a spiegare perché un turista dovrebbe andare almeno una volta nella vita a Tiraspol e i consigli da non perdere. Innanzi tutto: dotatevi di una guida russofona se non sapete parlare il russo. Vi sarà particolarmente utile soprattutto  alla frontiera transnistriana venendo da Chișinău. Prendete i rubli transnistriani al primo supermercato che trovate a Bender, in cui fanno anche attività di cambio valùta. Non chiedetemi come funziona il tasso di cambio per una moneta che ufficialmente non esiste: non sono un economista! Poi superato il ponte sul Nistro (e i pacificatori russi) si arriva a Tiraspol.

La prima cosa che si nota è il grande impianto sportivo dello Sheriff, la squadra calcistica locale, mattatore del campionato moldavo. Troverete Sheriff ovunque essendo, in Transnistria, tutto o quasi di Snirnov e della sua famiglia. Sarete accolti da una grande scritta in cirillico (attenzione, qui i caratteri latini non vengono utilizzati) e da un totem in puro stile sovietico. Abituatevi: penserete da ora in poi che il Muro di Berlino non è mai crollato. Vi sentirete come la madre del protagonista di “Goodbye Lenin”.

Proprio lui, il compagno Vladimir Ilic Ulianov: a Tiraspol troviamo ben due statue che ritraggono il padre della Rivoluzione d’Ottobre: una di fronte al Palazzo Presidenziale e l’altra antistante il Dom Soviet. Sono sulla stessa strada, la via 25 Ottobre, lunghissima, che raccoglie un po’ tutto il centro di Tiraspol. Troverete cose pittoresche ma ahimè reali (come le ambasciate di Abkhazia e Ossezia del Sud, a loro volte terre autoproclamate) e altre un po’ fastidiose (come il ristorante italiano “Mafia” accanto a un altro chiamato “Casta”. E poi: un carro armato in mezzo a un parco, tantissima retorica post sovietica (toglierei anche la parola post in effetti) e monumenti a tema.

La festa principale è quella del 2 settembre, il giorno dell’indipendenza: il lungo viale diventa teatro di una vera e propria parata militare. Io ci sono stato per il primo maggio e comunque posso garantire che lo spettacolo è intenso e surreale: musiche patriottiche, una parata di ciclisti con le bandiere rosse… Tutto vero! Goodbye Tiraspol…

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