Gagauzia/3 – Comrat, dove convivono le statue di Lenin e Atatürk

Comrat, Gagauzia
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La piccola regione autonoma della Gagauzia, in Repubblica di Moldova, è una terra veramente unica al mondo. Qui le persone parlano una lingua vicinissima al turco (il gagauzo, appunto) e, pur avendo le proprie origini in quella terra, sono di religione ortodossa. In generale si comunica in russo come lingua principale e il romeno è scarsamente utilizzato. Esiste una bandiera ufficiale e una presidente, Irina Vlah, con ampi poteri.

Ne abbiamo iniziato a parlare nei mesi scorsi andando a conoscere la loro storia a Besalma e a incontrare l’ultima cooperativa agricola statale di origine sovietica ancora esistente, la Pobeda di Copceac. Per chiudere il cerchio, almeno per un po’, è doveroso parlare del capoluogo Comrat, una cittadina di 35mila abitanti a circa un’ora e mezzo di macchina dalla capitale moldava Chişinău.

Partiamo intanto dal nome e dal suo simbolo, ovvero un cavallo nero. Comur At era infatti il nome di un equino che si impose in una delle gare ippiche che si tenevano da queste parti e, in suo onore, la città prese questa denominazione.

La sensazione di stare a Comrat per chi viene dall’esterno è quella di una cittadina fuori dal mondo, nel senso di isolata, distaccata, un luogo dove ci si viene veramente di proposito e con una forte motivazione. Certo è che, in un viaggio in Moldova, organizzare una giornata in Gagauzia è secondo me un’esperienza da farsi per conoscere un popolo di cui in pochi ne parlano.

Viale Lenin è il corso principale della città. Di fronte a questo grande boulevard trova posto il palazzo del governo locale e una grande statua dello statista sovietico che fa bella mostra di sé. Di contraltare se si attraversa la strada possiamo trovare una grande chiesa ortodossa immersa in un delizioso e ben curato parco: vi colpirà senza dubbio per la sua colorazione gialla e per la brillantezza della cupola dorata. Lungo il corso si può trovare, invece, anche un busto dedicato ad Atatürk, tanto per mantenere saldo il legame con la Turchia.

Almeno nel caso in cui io e Ivan Marchisio siamo andati fino a Comrat per conoscere questa realtà, con la sapiente guida di Cristina Rus, abbiamo notato nella popolazione curiosità per la nostra presenza. Una signora vedova di nome Maria, sulla sessantina, si è offerta di accompagnarci per la città raccontandoci la sua storia, mostrandoci il suo curato giardino, chiedendoci dell’Italia e manifestando la sua grande passione per le canzoni di Albano Carrisi e Romina Power, che qui ancora oggi vanno per la maggiore. E di Toto Cutugno, stavo per dimenticare. Ammetto che sia stata un’esperienza davvero particolare e curiosa, che ricorderò volentieri e ha chiuso in bellezza questo tour in tre parti alla scoperta della piccola e frammentata Gagauzia.

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