Abetone e quel fascino oltre gli sci

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In un periodo dove tutti vanno a sciare, ha senso pubblicare foto dell’Abetone scattate palesemente in autunno? Secondo me sì, perché la montagna è un luogo che deve essere vissuto tutto l’anno e che, in ogni stagione, dà il proprio meglio. I colori dell’autunno all’Abetone sono bellissimi, per esempio.

Vedere queste foto adesso dà ancora più nell’occhio. Sono state scattate lo scorso ottobre quando, per un nodo al fazzoletto, ho attraversato tutta la statale dell’Abetone e del Brennero da Modena per raggiungere la Toscana. Pavullo, Lama Mocogno, Pievepelago, Fiumalbo. Poi, la Toscana. Due ore di auto, le stesse che ci vogliono per esempio dalla piana dell’Empolese.

Il Passo dell’Abetone si trova a 1.388 metri rispetto al livello del mare ed è al centro dell’omonimo paese. Se questo è il periodo dove si scia, l’autunno è quello dei cercatori di funghi, a caccia di porcini sperando che nessuno sia passato prima di loro. Funghi che, secchi, si possono comunque trovare nei vari periodi dell’anno negli scaffali delle botteghe assieme alle marmellate, alla frutta sciroppata come mirtilli e lamponi. Ci sono poi quei buonissimi cantuccini che da sempre un amico di Empoli ricordava ogni volta che sentiva pronunciare il termine Abetone e su cui, effettivamente, ne aveva una gran ragione.

Curiosa la storia del passo: la SS12 si chiamava strada Giardini-Ximenes ed era frutto degli accordi tra il ducato modenese e il Granduca di Toscana per creare una strada di grande comunicazione trans appennino. Piero Giardini per Modena e Leonardo Ximenes per la Toscana furono i progettisti che realizzarono il primo valico. Le due piramidi che si trovano all’Abetone raffigurano all’interno gli stemmi dei due stati. Infatti un tempo il valico faceva da frontiera, poi nel 1936, nascita del comune di Abetone (da quest’anno annesso a Cutigliano, nonostante varie rimostranze locali) un pezzo di Emilia (del territorio di Fiumalbo, per essere precisi), venne annesso alla Toscana spostando il confine di alcune centinaia di metri.

L’origine del nome? Quando venne costruita la strada venne segato un albero che, si narra, era talmente grande che sei uomini insieme non riuscivano ad abbracciarlo. Ecco dunque il perché di Abetone.

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