Ciaobici: un sito per raccontare gli incontri del ciclo-viaggiatore

Buona Pasqua da Travel Stories di Girosognando.it, raccontando i primi 18 anni del progetto Ciaobici.it. Ne abbiamo parlato con Fernando Da Re in questa intervista.

  • Nome del blog di viaggio: Ciaobici.it – Cicloturismo e dintorni
  • Link alla home page: www.ciaobici.it
  • Anno di pubblicazione: 2001
  • Autori e collaboratori: Fernando Da Re, Cicloviaggiatori da ogni parte del mondo.

Cosa ti ha spinto a creare un blog e perché proprio di viaggi?

È un blog di viaggi particolari: raccoglie diari, racconti, relazioni, resoconti e commenti di ciclo-viaggi. Nasce dalle mie due passioni: Bicicletta e fotografia. Nel 2001 quando ho iniziato a scrivere i miei resoconti di viaggio mi sono accorto che non esisteva nulla del genere. Raccontare in termini di emozioni l’itinerario in bici non aveva spazio sul web. Le pagine che creavo io erano per far durare più a lungo il viaggio attraverso i ricordi. Poi La bici esplose e tutti ora scrivono e fotografano.

C’è un tema preciso del tuo blog, un filone? Se sì, quale?

Raccontare l’esperienza, l’avventura, gli incontri del ciclo-viaggiatore: figura che spesso viaggia da solo, senza appoggi esterni, con borse al seguito. Un uomo appassionato di uno strumento di locomozione unico che lo inserisce nell’ambiente con un cuore, due gambe e una mente sempre fresca della vivacità di raccontare. Un atleta che non cerca risultati che spesso mette a disposizione il suo entusiasmo anche per scopi benefici.

Hai un articolo di cui sei particolarmente orgoglioso o di cui vuoi parlare?

Tutti gli articoli hanno un cuore, soprattutto quelli meno visti perché magari non sufficientemente promozionati. Se proprio devo dare un giudizio mi emoziona ancora leggere il resoconto del ciclo-viaggio in Georgia e la Regione dello Svaneti. Questo è stato un viaggio dove abbiamo unito anche la solidarietà verso alcune strutture di recupero dei giovani. E’ stato soggetto anche del mio libro “Georgia e Svaneti, gamarjoba”. Ancora batte il cuore pensando a quegli incontri e ai compagni che avevo portato con me, uno dei quali è mancato improvvisamente alcuni anni dopo. Il libro apprezzato da molti è ora vendibile in PDF.

Quale pensi sia la qualità principale del tuo blog o l’elemento preferito dal tuo pubblico?

Il sito è divenuto un punto di riferimento per quanti intendono approfondire un itinerario che vorrebbero mettere in programma. Nel contesto, oltre i racconti, il sito offre commenti e news e dopo essere stato molto “personale” ora tanti ciclo-viaggiatori si propongono per pubblicare e vengono premiati.

In cosa vorresti migliorare?

Ho compiuto un importante investimento per dare molta modernità alla grafica. Credo nella qualità che paga con il tempo, nella cooperazione con altri, nell’aiuto che offro a quanti sono in difficoltà nello scrivere o a quanti tengono nel cassetto del loro PC un loro racconto, dono loro aiuto al ritocco di rifinitura. Pur non avendo scopo di lucro il sito, ha delle spese alle quali intenderei dare un equilibrio economico con poche sponsorizzazioni.

Come vedi il presente dei travelblogger in Italia? E le prospettive future?

Porgo il benvenuto a tutti, pur convinto che sono molti quelli che si propongono continuamente e pochi saranno quelli che emergeranno. Puntare sulla qualità della scrittura, sullo stile personale di raccontare, possono essere le doti per emergere. Insieme anche al rafforzamento degli sforzi comuni con altri “colleghi”.

C’è un viaggio tra i tanti che ti ha cambiato la vita e consiglieresti al tuo pubblico?

Dopo trent’anni di cicloturismo, ho aderito ad una “chiamata” visitando l’Armenia. Mi resi conto al ritorno da quel Paese che per vivere questa esperienza l’Armenia mi aveva aspettato tutto questo tempo, che aveva rimandato un appuntamento per dirmi qualcosa. Da quell’incontro è nato non solo un libro, ma un cambiamento nel modo di pensare “turisticamente” ed “eticamente”.

Ti consideri uno scrittore di impulso o hai adottato una strategia editoriale?

Riporto quello che hanno scritto di me: “Fernando Da Re ha gli occhi curiosi di un bambino e un cuore saggio da cui sgorgano parole tanto poetiche quanto graffianti. Ha fiato e gambe allenati alle scoperte e alle novità, mai stanchi quando si tratta di andare in sella alle due ruote e incontro alla gente. Ha braccia sempre aperte al prossimo, pronte ad accogliere in un abbraccio universale l’uomo e il creato. E, non da ultimo, Fernando Da Re ha il dono del racconto. Sa usare occhi, cuore, gambe, braccia e tramutarle in parole, per descrivere ed emozionare”. (Camilla Madinelli giornalista)

C’è uno stile scrittorio o un autore a cui ti ispiri in particolare?

No, in ogni viaggio in bicicletta è la strada che insegna, suggerisce e scrive. Tu sei solo testimone. In un ciclo-viaggio sei spesso da solo, anche se in compagnia, ma il mezzo ti restituisce casa tua ovunque e con tutti gli incontri. Le buone letture dei classici della letteratura di viaggio, aiutano.

Come vedi la tua attività rispetto al passato e come la sogni tra cinque anni?

“Non si nasce scrittori viaggiatori, lo si diventa”. (Gilles Lapouge durante il suo soggiorno a Reykjavik).

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