Miemo, borgo dimenticato delle colline pisane

Miemo Chiedere utilizzo immagine a daniele@danieledei.it

C’è una strada in provincia di Pisa, la SP14, che un tempo veniva utilizzata come ‘scorciatoia’ per andare da Pontedera (e zone limitrofe) verso Cecina, e dunque la costa livornese. All’altezza dell’abitato de La Sterza, dove inizia la SP14, fino a pochi anni fa era presente l’indicazione ‘Cecina’, appunto. Poi l’hanno tolta, e ho capito il perché.

La povera strada provinciale, ridotta a una mulattiera, non è più un percorso da vacanzieri estivi. Percorrendola, però, si possono scoprire delle vere e proprie sorprese. Una la scopriamo oggi, l’altra la teniamo in canna per le prossime settimane.

Eccoci dunque a Miemo, comune di Montecatini Val di Cecina. È un borgo di cui si parla già in un atto del 16 novembre 1108, a cui sono legati periodi di splendore ad altri di oblio. Oggi a Miemo vivono alcune famiglie e i cartelli stradali che la indicano sulla SP14 risalgono a decine di anni fa, lo si riconosce dalla vecchia grafica e dalla ruggine. Non troverete attività commerciali né il bar di campagna per la merenda, ma un giro vale comunque la pena.

Siamo a poco più di 400 metri di altezza e quello che originariamente si chiamava Castrum Miemi era una terra contesa tra Pisa e Volterra, su quel Poggio di Mela che di fatto divide le valli dell’Era e del Cecina. Deve essere stato bello quando nei secoli passati due fonti di acqua termale rifornivano gli abitanti del paese. Del fascino antico resta la chiesta di Sant’Andrea Apostolo oltre alla villa/castello di Miemo con la sua poderosa torre.

Siamo in piena zona mineraria (Montecatini ospita anche un museo a tema) e Miemo ha dato persino il proprio nome a un minerale, la miemite, particolare varietà di magnesio che veniva estratta in quella zona. Oggi la vocazione mineraria è solo un lontano ricordo, restando soltanto una nota di colore per la nostra storia.

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