Asiago, il cammino della vecchia ferrovia e il silenzio della vittime della Grande Guerra

Altopiano di Asiago
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L’Altopiano di Asiago è un universo che ti si spalanca di fronte agli occhi. Usciti dall’autostrada della Valdastico a Piovene Rocchette, si inizia a salire di livello in maniera molto netta fino a quando le strade e i paesaggi iniziano a diventare più dolci. Se siete fortunati potrete trovare un mix di colori indescrivibili come quelli descritto da queste foto: la neve, il verde ma anche i colori dell’autunno, tutti assieme. Mi è successo qua e mai altrove.

Per chi arriva fino ad Asiago (siamo in provincia di Vicenza in Veneto, per dovere di cronaca) e vuole godersi la natura, la cosa migliore è portarsi delle belle scarpe da trekking e affrontare tutto,  in parte (dipende dal tempo), il percorso della ex ferrovia Campiello/Asiago.  La cremagliera fu smantellata nel 1958 e successivamente il percorso è stato recuperato per essere attraversato in sicurezza a piedi o in bicicletta. È talmente caratteristico che nel tracciato si trovano ancora i resti della sua storia ferroviaria. Tra questi una galleria di 350 metri a Cesuna e le varie stazioni che si trovavano sul tracciato, alcune sono state musealizzate o comunque recuperate. La passeggiata vi porterà a costeggiare dei pascoli e lentamente sognerete magari di essere ancora su quel treno che un tempo attraversava quelle terre. Il percorso completo è lungo una decina di chilometri.

Sul percorso del treno ovviamente ci si ferma anche nelle aziende casearie dove vengono prodotti e venduti i formaggi Dop, oltre agli altri cavalli di battaglia del posto come le confetture, gli affumicati e la crema spalmabile alle nocciole. Preparatevi a fare una bella spesa.

Un passaggio in paese vale la pena di farlo, anche per un’oretta. Piazza Giovanni Carli ospita spesso dei mercatini, specie nel periodo natalizio, mentre il corso principale si sviluppa poco più in là, intitolato al IV Novembre. Uno dei tanti richiami alla Grande Guerra, che su questo altopiano ha avuto uno dei teatri più sanguinosi. Il corso come le altre strade è addobbato con molti richiami al tricolore, segno di valore militare e difesa della patria, e i suoi negozi sono tipicamente in stile di montagna, alcuni eleganti (ma che richiamano a qualche decennio fa nello stile) altri caratteristici, tra cui in modo particolare quelli che propongono prodotti tipici locali. Tra questi c’è da segnalare la Torta Ortigara alle mandorle, simbolo di questa città.

Ovviamente, tornando alla Prima Guerra Mondiale, il giro di Asiago va concluso al Sacrario Militare. Opera imponente d’epoca fascista, conclusa nel 1936, ha il compito di riunire i resti di oltre 50mila vittime di quel conflitto bellico. Al di là delle opinioni storiche e politiche, fermarsi un’oretta è doveroso per capire, riflettere e non dimenticare quanto accaduto in quei luoghi un secolo fa. Sicuramente i migliaia di nomi che appaino nei lunghi corridoi del sacrario danno la misura di quanto i conflitti rovinino per sempre i nostri sogni e speranze.

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