Idee per la primavera: un giro di Parma in bici

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La primavera emiliana ti invita a prendere la bici per farti una bella scampagnata. Dopo l’esperienza da Modena a Vignola seguendo il tracciato della vecchia ferrovia, stavolta abbiamo scelto un itinerario assai meno impegnativo sia come chilometri che come tempo da impiegare. Ci siamo spostati a Parma, una città che non avevo avuto ancora il piacere e il modo di visitarla. Per un primo sommario giro ci siamo affidati al treno e alla bicicletta al seguito, in modo da poter conoscere il centro storico da una prospettiva diversa.

Scelta decisamente apprezzabile: andata bene per il meteo, andata benissimo per le piste ciclabile e le strade. Parma si gira veramente bene in bicicletta e non tradisce le aspettative. Provo a riassumervi l’itinerario che abbiamo fatto in una domenica pomeriggio in modo che possa essere uno spunto per chi legge (mi raccomando, forniteci i vostri suggerimenti!). Ho provato anche a sintetizzarlo sulla mappa a piè di pagina, anche se leggermente modificato rispetto a come ve lo racconterò (così da avere due varianti).

Dalla stazione (dove si possono anche noleggiare le bici) abbiamo raggiunto l’argine del torrente Parma da viale IV Novembre per dirigersi così al ponte dedicato a Giuseppe Verdi ed entrando nei giardini del Palazzo Ducale. In pochi minuti vi troverete di fronte al palazzo del potere che fu dei Farnese fino a quando la corte si trasferì di poche centinaia di metri, oltre fiume, nella seconda metà dei Seicento. Dietro di voi, lungo fiume, una torre di guardia sforzesca, antecedente la realizzazione dell’immenso giardino. Nel Palazzo Ducale trovano adesso spazio i carabinieri del Ris: esatto, proprio quei famosi Ris di Parma dei telegiornali e del telefilm…
Un giro del parco in bici ne vale davvero la pena: luogo molto vivo e frequentato, con un bel bar all’aperto al centro, e con in fondo a un lungo viale la grande peschiera, anche questa opera dei tempi dei Farnese.
Conviene a questo punto dare un salto dietro, in via dei Farnese, per dirigersi e tornare indietro dalla casa natale di Arturo Toscanini e dalla sede della corale ‘Giuseppe Verdi’, con il suo curioso circolo di altri tempi, anima di una Parma ancora genuina e tradizionale.

È però l’ora di tornare indietro al Ponte Verdi e tirar dritto dentro gli archi del Palazzo della Pilotta, che attualmente ospita una serie di musei e il Teatro Farnese, chiamato così per il gioco della pelota che le guardie spagnole avevano introdotto a Parma. Lo squarcio che noterete in questo palazzo altro non è che il segno del bombardamento tedesco subìto nel 1944.

Arrivati in Piazza della Pace, attigua alla Pilotta, abbiamo preferito lasciare le bici di fronte al Palazzo della Provincia per vedere a piedi la parte del duomo, del battistero e del convento di San Giovanni Evangelista. Se il duomo stupisce per i suoi affreschi ovunque (impressionante, immagino che una visita con una guida esperta in storia dell’arte durerebbe un giorno), San Giovanni appare invece più tetra, fredda, diversamente affascinante.
Torniamo a prendere le bici, incantandoci di fronte alle stampe antiche di Oliva, passando però prima, tramite via Cavour, da Piazza Garibaldi per vedere, oltre alla statua dell’Eroe dei Due Mondi, anche il Palazzo del Governatore e quello del Podestà, dove oggi si trova il Comune. Tornati in piazza della Pace il giro, stavolta su due ruote, ha avuto come prosecuzione il vicino Teatro Regio, la statua del Parmigianino, e da lì un ritorno verso il Torrente Parma in modo da vedere il ponte romano e sbirciare oltrefiume. Quindi, ritorno verso la stazione ferroviaria dopo aver chiuso questa prima perlustrazione.

Certo, limitare una gita a Parma archiviandola così è limitativo, lo sappiamo. Sicuramente, un approccio di questo tipo per prendere intanto le misure, non è assolutamente un male! Inoltre, non aspettatevi la classica città emiliana con i portici perché a Parma, portici non ce ne sono…

 

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