A Pescolanciano per vivere un giorno da Borbone

Pescolanciano
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Sono tornati i Borboni. No, non è uno scherzo. È tutto vero se si presentano due fattori. Il primo è che si tratti del 26 agosto. Il secondo è  se ci si trova nel borgo di Pescolanciano, in provincia di Isernia, in Molise. È stata pura casualità che nel 2017, in viaggio in quella zona, ci si sia imbattuti in una celebrazione antica portata avanti ancora oggi dal casato dei duchi D’Alessandro, tuttora in possesso di un imponente castello, omonimo, che domina l’abitato del paese. Il 26 agosto, giorno in cui la chiesa celebra Sant’Alessandro tutti gli anni viene inscenata una manifestazione tra il templare e il religioso, affascinante e anacronistica allo stesso tempo, in cui capita di vedere sfilare le bandiere della Spagna e del Regno delle Due Sicilie, assieme a nobili e sindaco, con la fascia tricolore. Sembra di essere in un teatro dell’assurdo, ma spiegando tutto per gradi arriviamo a capire cosa succede.

I D’Alessandro nel Seicento fanno arrivare nel castello di Pescolanciano alcune reliquie di Sant’Alessandro Martire e decidono di venerarlo in ogni onomastico. È l’unica occasione in cui l’antico maniero viene aperto alla popolazione e qui la festa è molto sentita. Il programma del mattino prevede una santa messa all’aperto e una processione con la statua del santo, con i nobili che indossano ancora l’abito di ordinanza. Per un attimo sembra di essere a Hogwarts, senza offesa per nessuno, visti gli indumenti indossati. Nel pomeriggio i nobili invece offrono alla popolazione una esibizione di antiche arti marziali giapponesi.

Passato e presente che per un po’ si mischiano: alla messa non ci sono canti ma musiche registrate, alla processione sfilano abiti moderni e antichi. È bello, aspettando la fine della messa, guardare il bel panorama del borgo di Pescolanciano visto dal castello, disegnato dalle valli del Trigno e del Savone. Entrando in questo maniero, costruito tra il settimo e il 17esimo secolo, ci si imbatte subito in un ponte levatoio e, all’interno in un chiostro di pietra. Sembra di essere davvero in un set cinematografico dei templari. Due le targhe: la prima ricorda il restauro del 1848, l’altra il soggiorno del Premio Nobel Theodor Mommsen, il ricercatore che fu autore dell’importante scavo sannita di Pietrabbondante.

All’interno è possibile trovare, nelle belle sale a volta affrescata, la presenza di una mostra che per parole e immagini spiega i meravigliosi, e poco conosciuti, castelli di questa parte di Molise. I D’Alessandro sono gentili e ci tengono a mostrare i beni di famiglia. Come anche la cappella interna al castello, con stucchi, marmi intarsiati e dipinti tutti da ammirare.

All’uscita ci attende anche un guerriero alabardato (è un manichino, ma rende l’idea) che quasi ci saluta e ci invita a tornare a Pescolanciano. Un’occasione per farlo si presenta ogni anno il 25 e 26 luglio con la sfilata dei covoni di grano, tributo religioso per i superstiti del terremoto del 1805. Altra data da segnare in agenda.

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