La tradizione rurale della Moldova nella Casa Părintească di Palanca

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Casa Părintească di Palanca

Un viaggio nella tradizione della Repubblica di Moldova: è l’esperienza “full immersion” che offre la Casa Părintească, in italiano “La casa dei genitori”, una struttura museale che si trova nella parte centro-occidentale del Paese. Sarebbe più proprio definirlo un “ecomuseo“, visto che si tratta, più che di una ricostruzione, di un ambiente intatto nel tempo: come se quella casa che lo ospita non fosse mai stata toccata da almeno cinquanta anni. In realtà non tutto è sempre stato al suo posto ma, in ogni caso, è stato fatto un lavoro di recupero di oggetti, suppellettili, mobili, tale da ricreare fedelmente, e con materiale originale, questi ambienti.

La Casa Părintească si trova nel villaggio di Palanca, non lontano dalla cittadina di Călărași. Un cartello in romeno e inglese spiega che nel villaggio è possibile anche fare un giro enogastronomico tra le varie abitazioni, dove ogni famiglia produce liquori ai frutti, brandy, tè alle erbe, marmellate, tra cui quella più tipica ai petali di rosa, formaggi e trasformati di verdura. Il tutto prodotto a chilometro zero e in maniera biologica: vi basterà vedere le campagne circostanti per rendervene conto, a prescindere o meno dalle certificazioni… Per informazioni è possibile contattare la stessa Casa Părintească al numero +37357399694.

Alla scoperta della casa museo

Io e il mio amico Ivan Marchisio, accompagnati da Cristina Rus, veniamo accolti da una signora in abiti tradizionali che ci fa trovare in tavola un pranzo con ricette tipiche contadine di un tempo. Non mancano formaggi, la tipica plăcinte (ricorda le torte salate italiane) e vino della casa. A seguire facciamo un tour all’interno della casa.

La signora è la figlia dei proprietari e racconta la difficile storia della sua famiglia, che si opponeva alle politiche dell’Unione Sovietica. Molto spesso, e per tanti anni, sono stati costretti a vagare per vari angoli dell’URSS, fino alla famigerata Siberia, perché così voleva il Cremlino: lo spostamento delle persone avrebbe di fatto impedito loro di radicarsi in un territorio, rendendole politicamente meno pericolose.

Dopo questo lungo travaglio (“la mia casa era una valigia”) in ritorno, appunto, nella “Casa Părintească” dove si trovano tutte le cose che servivano un tempo quando, ancor più che di oggi (e nelle campagne moldave più che in Italia), si viveva di sussistenza. C’è ancora il vecchio telaio in legno e con esso vediamo i tanti tessuti tradizionali, con i ricami tipi della Repubblica di Moldova. Ci sono le terrecotte e anche un tronco cavo che veniva utilizzato per il lavaggio dei vestiti, quando ancora le lavatrici non c’erano… Poi, ovviamente, non veniamo via se non ci danno un barattolo di marmellata alle rose. Ecco, ora possiamo ripartire soddisfatti…

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