Girona, la vera Catalogna

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Apro con una domanda: avete mai preso Ryanair per andare a Barcellona? In tanti risponderanno di sì e che sono atterrati all’aeroporto di Girona. Poi chiedo di nuovo: avete mai avuto la curiosità di andare a vedere Girona stessa? E qui, sinceramente, immagino che le mani alzate siano decisamente meno.

Appreso che questa cittadina, che sfiora i centomila, fosse qualcosa di unico da vedere in Costa Brava, mi sono incuriosito e ci sono andato. Decisione azzeccata, specie per staccare un weekend.

Volando in Spagna, ops, Catalogna, scopro che in questa città si mescolano una ricca serie di elementi che uniscono tradizione a innovazione. Regola numero uno: la lingua spagnola è poco gradita. Qui siamo nello zoccolo duro della cultura catalana e si parla catalano. Fine. Le bandiere appese dai balconi qualcosa vorranno pur dire.

Tradizione significa anche architettura. Come le case tutte colorate che si affacciano sul fiume Onyar, che taglia il centro in due, e si rispecchiano nell’acqua formando un quadro interessante. Sembra di essere sui lungarni di Pisa o di Firenze, tant’è che questa parte delle Casas penjades viene definita anche Piccola Firenze. Si torna invece indietro nel tempo quando si percorre l’antica via Augusta entrando nel Carrer de la Força, o ci si arrampica su strette stradine per poi arrivare alla cattedrale che, citando Wikipedia, ha la pianta basilicale con la navata gotica più larga del mondo (22,98 metri). Intorno si possono trovare ancora molte particolarità come uno dei ghetti meglio conservati d’Europa e, persino, una leonessa in pietra arrampicata su un capitello. Chi bacia il sedere alla Lleona avrà fortune in vista di ripartire per un lungo viaggio, quindi prima di riprendere l’aereo non vi dimenticate questo passaggio.

La modernità di Girona è rappresentata da un ponte rosso in ferro, creatura di quel Gustav Eiffel che è stato reso celebre dalla torre parigina. Lo costruì pochi anni prima come infrastruttura per casa sua, poi i catalani se la sono comprata per sostituirci una passerella. Un bell’acquisto, a lungo andare.

Il giro di Girona, scusate il giro di parole (Daniele, basta!), non è terminato se poi non si passa dalla grande piazza dell’Indipendenza, dove magari vi beccate anche dei mercatini e dello street food, o dalle mura che circondano la città. Sembrerà di attraversare una minuscola muraglia cinese, un camminamento da cui vedersi tutta la città dall’alto in una mezzoretta.

Con un sabato e una domenica mattina tutto questo ve lo potete vedere in scoltezza. Che dite, ce lo facciamo allora un giro a Girona?

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