In Viaggio con Ricky, il “familyblog” di casa Tomada aperto al mondo

Stefano Tomada
Stefano Tomada

Quando si parla di “gestione familiare” l’esempio si calza a pennello per In Viaggio con Ricky, il sito web gestito dai Tomada, famiglia friulana con “avamposti” polacchi. Il blog è una realtà strutturata, considerato che è attiva dal 2010, con molti contenuti già condivisi e molto apprezzati dal pubblico di riferimento. Stefano Tomada ha accettato l’invito di Girosognando.it a prendere parte alla rubrica “Travel Stories” rispondendo alle domande e far conoscere ancor più la propria attività.

  • Nome del blog di viaggio: In Viaggio con Ricky
  • Link alla home page: www.inviaggioconricky.it
  • Anno di pubblicazione: febbraio 2010
  • Autori e collaboratori: Stefano Tomada la moglie Elisabetta e il figlio Ricky

Cosa ti ha spinto a creare un blog e perché proprio di viaggi?

In passato, in fase di pianificazione dei miei viaggi, scaricavo da internet molti diari da leggere. Alcuni erano insignificanti, altri invece contenevano informazioni interessanti. Con il passare degli anni quindi si fece largo il desiderio di mettere a disposizione delle persone che amano viaggiare le nostre esperienze. Nacque così In Viaggio con Ricky e nel mese di febbraio del 2010 pubblicammo sul web la prima versione del nostro sito internet. Per anni è stato uno spazio dove raccogliere le foto ed i nostri diari di viaggio, da fine novembre 2017 invece abbiamo cambiato filosofia ed è diventato un vero e proprio Travel blog.

C’è un tema preciso del tuo blog, un filone? Se sì, quale?

Per molti anni il nostro blog ha seguito il filone “Viaggi per famiglie con bambini”. Poi mio figlio Ricky (da qui il nome del blog) è cresciuto e quindi viaggia sempre meno con noi e sempre più da solo. Il blog rimane comunque un valido punto di riferimento per chi desidera organizzare vacanze fai da te con bimbi e ragazzi al seguito, anche in paesi lontani, con un occhio sempre di riguardo all’aspetto economico.

Hai un articolo di cui sei particolarmente orgoglioso o di cui vuoi parlare?

Indipendentemente dal consenso che ottengono da parte dei lettori, sono legato a tutti gli articoli che ho scritto perché contengono qualcosa del nostro vissuto, della nostra vita. Se proprio devo fare una scelta però, allora per questioni affettive dico i post sul Friuli Venezia Giulia (la mia terra) e quelli su Cracovia (la città di mia moglie).

Quale pensi sia la qualità principale del tuo blog o l’elemento preferito dal tuo pubblico?

Le informazioni ed i consigli che scriviamo sul blog sono sempre frutto della nostra esperienza personale e non per sentito dire, o per averlo letto da qualche parte. Ecco, se c’è una qualità che i lettori apprezzano molto, è proprio questa.

In cosa vorresti migliorare?

In tante cose. Per esempio il modo di scrivere, usando un lessico più accattivante e meno tecnico e la post produzione delle immagini.

Come vedi il presente dei travelblogger in Italia? E le prospettive future?

Secondo me è molto importante fare rete con gli altri blogger, leggere i loro contenuti, lasciare un commento ai loro articoli e perché no, imparare da chi è bravo. Non sempre è possibile purtroppo. Io però ho avuto la fortuna di trovare alcune persone generose e disponibili a condividere le loro esperienze di blogging e questo mi ha aiutato molto. Spero che in futuro gli Enti pubblici per il turismo e gli altri operatori del settore aprano sempre più collaborazioni con i Travel blogger per valorizzare e promuovere il loro territorio. È quello che ha fatto qui da noi l’Ente del turismo Friuli Venezia Giulia lo scorso anno, ha aperto un blog e fa raccontare le experience a chi le vive sul posto. L’idea ha avuto un grande successo dato che è diventata una vera e propria history case nel pianeta del turismo in Italia.

C’è un viaggio tra i tanti che ti ha cambiato la vita e consiglieresti al tuo pubblico?

Sicuramente la Patagonia, un luogo misterioso ed affascinante, spostandoci per diversi tratti on the road con le corriere di linea come la gente del posto. Era il nostro primo viaggio in un paese lontano e Ricky aveva solo cinque anni. Alcuni articoli di quel viaggio li trovate a questo link, altri invece li pubblicherò nei prossimi mesi.

Ti consideri uno scrittore di impulso o hai adottato una strategia editoriale?

Da quando In Viaggio con Ricky si è evoluto in blog ho adottato una strategia di massima, che a grandi linee cerco di seguire, però il mio piano editoriale è flessibile e quindi posso modificarlo in corso d’opera in base alla stagionalità e alle sensazioni del momento.

C’è uno stile scrittorio o un autore a cui ti ispiri in particolare?

Amiamo i libri di Tiziano Terzani e abbiamo viaggiato lungo le piste dell’Uzbekistan seguendo la traccia di “Buonanotte Signor Lenin”. Lo scrittore toscano ci ha lasciato in eredità un grande insegnamento, che portiamo sempre con noi durante i nostri viaggi: le storie più belle da raccontare si raccolgono per strada, in mezzo alla gente del posto.

Come vedi la tua attività rispetto al passato e come la sogni tra cinque anni?

Da quando ho aperto il blog ho iniziato a scrivere per i lettori e non più solo per me stesso. Prima di scrivere un articolo mi chiedo sempre come potrei essere utile a qualcuno, quali siano le informazioni di cui ha bisogno. Ecco, forse questo è stato il cambiamento più significativo degli ultimi mesi. Inoltre mi sono fatto conoscere da altri blogger, ho avviato qualche collaborazione, ho partecipato ad eventi del turismo, ho cercato di migliorare la mia brand awareness insomma. Tra cinque anni è difficile dire cosa farò, magari non scriverò neppure più, chi lo sa. L’unica cosa però che vorrei continuare a fare è viaggiare, la mia vera passione.

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